Da Il Sole 24 Ore :"Entro fine anno il testo del nuovo 703"

Milano, 24 settembre

Pubblicazione per la consultazione pubblica entro fine anno e l'approvazione definita presumibilmente entro l'estate successiva; salvo imprevisti, ovviamente. Queste le indicazioni riguardanti il varo del nuovo 703, il decreto che definisce criteri e limiti di investimento, nonché i conflitti di interesse dei fondi pensione. Il provvedimento, atteso alla riforma dopo molti tentativi andati in fumo, necessita di una revisione visto che risale al 1996, prima cioè di alcune riforme che hanno ridisegnato in modo significativo l'universo della finanza: dal Tuf (testo unico della finanza), alla Mifid (la direttiva europea sui servizi di investimento) passando attraverso diverse crisi finanziarie internazionali, da quella del sudest asiatico alla bolla internet fino all'attuale scatenata ormai tre anni fa dai mutui subprime. Molte cose sono cambiate negli ultimi quindici anni: e il bando all'investimento in commodities o in paesi emergenti – per quella che appariva quindici anni fa la loro rischiosità –, hanno poco senso nel mondo di oggi, trainato dalla forte crescita delle economie cinesi in particolare, ma anche brasiliana, russa e indiana, tanto per limitarsi ai Bric.
Quanto alle materie prime, l'esclusione dai portafogli previdenziali degli italiani li ha privati di una forte spinta alla crescita, vista l'impennata del petrolio e soprattutto dell'oro. Oggi il problema è l'esposizione eccessiva in titoli di Stato europei e di questo si è parlato a Roma nell'ambito di un convegno organizzato da Bnp Paribas Securities Services. Sulla riforma dei criteri di investimento dei fondi pensione erano particolarmente attese le indicazioni del Ministero dell'Economia, chiamato a redigere questo decreto così come quello che analogamente definirà insieme al Ministero del Welfare i criteri di investimento delle Casse privatizzate.
«Nelle nostre intenzioni il nuovo decreto 703 – ha spiegato Luigi Disanto, dirigente del ministero dell'Economia – offrirà ai fondi pensione una maggiore autonomia gestionale e più che imporre vincoli per categorie e asset class in cui investire – ha precisato Disanto – l'obiettivo è di garantire un migliore controllo del rischio: per questo la nostra intenzione è di inserire nel nuovo 703 vincoli per evitare eccessive concentrazioni di portafoglio che esporrebbero a eventuali rischi difficili da gestire». Disanto ha inoltre smentito l'intenzione di imporre con il nuovo decreto un modello di controllo prestabilito per segmentare il mercato dei fondi pensione, tra quelli in grado di utilizzare le nuove asset class al momento precluse dal decreto 703 e quelli che invece non hanno le competenze: «Tutti dovranno dotarsi di una struttura di controllo del rischio adeguata per affrontare – ha aggiunto – per affrontare le sfide che i loro aderenti affideranno loro. Ciascuno quindi sceglierà la sua strada».
Leggermente diverso il parere dal fronte Covip. «Non vedo in questa impostazione un cambiamento significativo rispetto alla proposta del Ministero del 2008 – ha detto Giancarlo Morcaldo Commissario Covip – L'esperienza della recente crisi internazionale insegna che una delle sue principali cause è rappresentata da un eccessivo rispetto del mercato: la regolamentazione è spesso risultata troppo lasca e l'applicazione delle norme poco rigorosa. E' evidente che il mercato non è in grado di autoregolarsi. Concordiamo sulla necessità che con il nuovo decreto – ha aggiunto Morcaldo – vengano ampliate le possibilità di investimento dei fondi pensione, ma ribadiamo l'esigenza di dedicare particolare attenzione al contenimento dei rischi, obiettivo di grande rilevanza data la natura sociale dei fondi pensione. Ciò richiede una definizione chiara degli strumenti da utilizzare, l'imposizione di limiti per quelli più rischiosi, nonché una maggiore responsabilizzazione degli organi dei fondi. Questi sono chiamati a razionalizzare la politica di investimento che deve essere definita nel documento previsto dal decreto legislativo 252/2005, secondo le modalità recentemente indicate dalla Covip e sottoposte a pubblica consultazione».

Simona Ciamaritario - Il Sole 24 Ore - 24 settembre 2011

 

IL DECRETO


Obiettivo riforma

Il 703/96 definisce criteri e limiti degli investimenti dei fondi pensione, nonchè la disciplina dei conflitti di interesse. La norma, messa a punto dal Ministero dell'Economia, si applica a fondi negoziali, aperti e Pip; per i preesistenti è prevista una disciplina transitoria in vista della definitiva adozione.
Il decreto prescrive ai fondi di investire in strumenti finanziari scambiati sui mercati regolamentati e quindi liquidi: escludendo così strumenti alternativi come hedge fund, immobili e materie prime.
Il 703 impone limiti stringenti agli investimenti in nazioni extra Ocse, vietando di fatto l'esposizione ai paesi cosiddetti emergenti: considerati rischiosi 15 anni fa, alcuni di loro come Cina, Brasile, India e Russia trainano oggi con le loro economie la crescita economica globale.
Diversi i tentativi di riformare il decreto; l'ultimo nel 2008, quando la crisi finanziaria e quella politica fecero naufragare la possibilità di estendere il nòvero degli asset in cui i fondi pensione potessero investire.